L’alleanza operativa: così inizia la relazione psicoterapeutica

L’alleanza operativa: così inizia la relazione psicoterapeutica

L’alleanza operativa è il fondamento su cui poggiano tutte le altre attività terapeutiche di natura volontaria.

“È quella parte della relazione cliente-psicoterapeuta che mette in grado sia l’uno che l’altro di lavorare insieme anche quando il cliente prova in qualche modo il desiderio opposto” (Clarkson).

Pare che l’autrice voglia con questo sottolineare la possibilità di creare un tipo di alleanza tra la parte razionale del paziente e la parte operativa del terapeuta, così da avere la sensazione di essere uniti in un’impresa comune, dando al paziente la possibilità di sperimentare sentimenti negativi nei confronti del terapeuta senza distruggerne il lavoro. 

Nella teoria psicoanalitica viene intesa come contratto esplicito o implicito fra paziente e terapeuta. Garantisce l’assunzione di responsabilità del paziente e un impegno autentico del terapeuta a lungo termine. Garantisce perciò uno spazio fisico, temporale e contrattuale.

L’alleanza operativa è formata da tre componenti: legame, obiettivo e compito.

Nell’instaurare una buona alleanza terapeutica sono fondamentali la compatibilità fra paziente e terapeuta, le aspettative, le conoscenze teoriche, le affinità/diversità di carattere. 

È proprio vero che “chi s’assomiglia si piglia?”

Sembra che le somiglianze tra paziente e terapeuta favoriscano le cose all’inizio ma diventino di ostacolo per una ristrutturazione radicale nel tempo. La diversità iniziale invece, se superata, diventa poi un vantaggio.

La preparazione personale del professionista rimane però l’aspetto più importante per una buona alleanza terapeutica. I fattori che facilitano la gestione dell’alleanza operativa terapeutica, sono: considerazione positiva incondizionata, empatia, congruenza.

“Non dobbiamo dimenticare che per molti adulti vittimizzati da piccoli, lo psicoterapeuta è il primo bersaglio legittimo che starà saldo al suo posto e non li ricatterà. È una magnifica opportunità di restituire il colpo ad una figura sostitutiva del genitore…”(Clarkson). 

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