Gestalt Play Therapy: non è solo un gioco da ragazzi

Gestalt Play Therapy: non è solo un gioco da ragazzi

Lavorando da anni con i bambini e i ragazzi, dalla scuola materna fino alle superiori, accogliendoli agli sportelli d’ascolto e facendo esperienze di conduzione di gruppi, attraverso workshop tematici per lo sviluppo dell’empatia e delle social skills, ho spesso osservato che i bambini manifestano i disagi più profondi quando cercano di fare con-tatto con l’altro e non ci riescono.

Grazie al mio lavoro di psicoterapeuta alla scuola internazionale, ho potuto notare che tali disagi sono dovuti a problemi di autostima o ad una percezione di debolezza del proprio sé.

I bambini hanno bisogno di stare insieme.

Alcuni riescono a creare fin da piccolissimi relazioni empatiche e soddisfacenti, altri invece non ci riescono, non sanno come fare.

Si percepiscono goffi, impacciati, timidi, vengono spesso presi di mira dai compagni e diventano bersagli sempre più facili.

Entrano poi in una spirale discendente in cui l’autostima e la percezione del proprio sé si sgretolano ulteriormente, impedendo loro di creare quella rete di relazioni nutrienti e giocose attraverso le quali è più facile crescere felicemente superando le sfide e le difficoltà delle tappe evolutive.

Spesso mi sono chiesta come facilitare il contatto durante le sedute con i bambini immaginando che un’esperienza di relazione piacevole in terapia potesse essere una scala per poi andare da qualche altra parte e raggiungere obiettivi più soddisfacenti, forti dell’esperienza gratificante vissuta con il terapeuta.

Avevo più volte sperimentato che utilizzare un metodo creativo era un ottimo veicolo per muovere le emozioni e portar fuori il proprio mondo interno, così quando mi capitarono tra le mani i “Dadi Immaginari” decisi di provare ad utilizzarli in terapia.

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